Lo stagno di Cagliari, habitat naturale del fenicottero rosa
E’ chiamato stagno di Santa Gilla ma il termine non corrisponde alla realtà dal momento che data la sua estensione sarebbe più consono definirla laguna. Grazie alla sua particolare biodiversità, lo Stagno di Cagliari è una delle più significative aree umide dell’Europa. Non si è mai chiamata laguna in quanto questo termine, nella variante campidanese della lingua sarda, non esisteva mentre con stani si intendeva, in maniera più generica, un’area umida che si differenziava da una pauli-s, ossia palude.
Nei documenti ufficiale però lo Stagno di Cagliari è riconosciuto come zona lagunare negli elenchi delle aree umide sottoposte a tutela ed ha ottenuto la classificazione di Zona di Protezione Speciale. I confini sono dettati dai rilievi dove si trovano i centri di Cagliari e di Elmas e tutte le loro infrastrutture, dalle foci dei corsi d’acqua che arrivano dal Campidano e dal Cixerri, dalla litoranea che lo separa dal Golfo degli Angeli, dagli insediamenti agricoli e industriali.
Fino agli inizi del XX secolo la laguna aveva una estensione di circa 40km², mentre adesso è inferiore ai 13 km² per via delle opere di bonifica che hanno preceduto l’urbanizzazione.
Anche se la vegetazione presente non è coinvolgente a livello paesaggistico è tuttavia indispensabile per assicurare la nutrizione alle tante specie di uccelli presenti e risulta ideale per la nidificazione. Lo Stagno di Cagliari, insieme a quello di Molentargius, è fondamentale per la sosta di tanti migratori tra i quali il Fenicottero rosa che nelle acque di Santa Gilla trova un crostaceo del quale si nutre e che contribuisce a conferire il particolare colore rosa al suo piumaggio.