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La fuga da Decimomannu durante la Seconda Guerra Mondiale (1943)

L'episodio conosciuto come la Fuga da Decimomannu nel 1943 è uno dei più famosi nella storia dell'aviazione italiana all'epoca della Seconda Guerra Mondiale. Protagonista indiscusso dell'evento è il capitano allora ventisettenne Adriano Visconti, a capo della 310ma Squadriglia Autonoma Caccia Aerofotografica, impiegata nel controllo delle coste africane e nel monitoraggio dei movimenti delle truppe alleate, ormai pronte agli sbarchi in Sicilia, Pantelleria e Lampedusa. Al momento della firma dell'Armistizio, avvenuto l'8 settembre 1943, Visconti e la sua truppa di 12 uomini si trovano bloccati all'aeroporto di Decimomannu con soli tre velivoli a disposizione.

La fuga in volo da Decimomannu a Guidonia

I mezzi disponibili per lasciare Decimomannu e fare rientro al Comando Generale di Guidonia sono 3 caccia monoposto, mentre la squadra di piloti e specialisti, comandata da Visconti, è composta da 12 uomini. Ciò costituisce l'aspetto spettacolare della Fuga da Decimomannu del 1943. Per far posto all'intera truppa, si decide di eliminare la corazzatura, l'apparato fotografico, il seggiolino del pilota ed il paracadute. Rimosse tutti questi elementi di ingombro, i tre arei riescono a decollare dall'aeroporto di Decimomannu con tutti gli uomini a bordo per atterrare a Guidonia dopo un faticoso volo a bassa quota.

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