La battaglia di Decimomannu nella Seconda guerra punica
la battaglia di Decimomannu del 216 a.C. è stato un episodio cruciale della Seconda guerra punica, con i Cartaginesi costretti a rimandare l'invasione della Sardegna, rimasta saldamente in mano a Roma
La battaglia di
Decimomannu è stato uno degli episodi bellici più rilevanti all’interno del
lungo conflitto fra Roma e Cartagine: ebbe luogo all’inizio del
215 a.C. nei pressi dell’odierna cittadina fra le legioni dell’Urbe, che
avevano da poco occupato la Sardegna, e l’agguerrito esercito cartaginese
alleato con gli autoctoni. Il pagamento di 1.200 talenti imposto da Roma alla
città nordafricana per mantenere la pace esasperò ulteriormente gli animi dei
Cartaginesi che, allo scoppio della Seconda
guerra punica nel 216, ottennero una schiacciante vittoria a Canne.
Mentre il valoroso condottiero Annibale dilagava in Europa,
Cartagine intravide la possibilità di aprire un nuovo fronte di guerra, grazie
all’aristocratico sardo-cartaginese Amsicorache si prodigò per organizzare una rivolta anti-romana in Sardegna,
approfittando del malcontento dovuto ai tributi decisamente esosi. Cartagine
inviò come rinforzi quindicimila soldati sotto il comando di Asdrubale il Calvo, ma Roma non stette
a guardare: il comandante Tito Manlio Torquato, fresco di nomina, mise insieme ventiduemila
fanti e oltre mille cavalieri.
La battaglia iniziò prima che il grosso dei Cartaginesi sbarcasse, complice una tempesta che dirottò le milizie sulle Baleari: come risultato, oltre tremila Sardi rimasero sul campo di battaglia, fra cui il figlio di Amsicora, Iosto. I resti dell’esercito si rifugiarono presso la città di Cornus, l’odierna Cuglieri, proprio mentre Asdrubale sbarcava a Tharros e si riuniva ad Amsicora, puntando su Caralis ma venendo intercettato da Manlio. La battaglia campale durò almeno quattro ore e, dopo una lunga fase incerta, vide la vittoria dei romani e la cattura dello stesso Asdrubale.